lunedì 28 gennaio 2013

                      La bottega InstabileTappa di Art City white night| Arte Fiera


Raffaele di Vaia | Effimera presenza
testo critico di Serena Trinchero


Specchio, specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?
Non si può non pensare al refrain della strega cattiva di Biancaneve davanti alle tante domande che l’opera di Raffaele Di Vaia pone partendo dal concetto dello specchio, in un sottile accordo con la piccola bottega delle meraviglie che accoglie la mostra.
Negli ultimi anni infatti l’artista si è riappropriato della tecnica del disegno concependo lavori che da una parte smantellano il dato del reale, creando cortocircuiti dalle numerose sfumature, mentre dall’altra giocano su un piano più propriamente artistico, mettendo in crisi l’essenza dell’opera d’arte. Al centro di questa intensa analisi c’è una serie di lavori che, sebbene siano accomunati da potenzialità.  una matrice simile -la presenza dello specchio e la tecnica del frottage- rivelano differenti
Il video Venere e la serie di frottages ad ed esso collegato si soffermano sul concetto di vanitas. E
Una riflessione dunque  che coinvolge più direttamente il mondo femminile, e quella tensione al riflettersi per scorgere la propria immagine di bellezza. Sulla base di un’aria tratta dalla “Norma” di Bellini, “Meco all’altar di Venere”, il nostro sguardo è accompagnato in un lento avvicinamento verso un piccolo specchio che rivela una mostruosa presenza nello stesso momento in cui Pollione racconta del suo amore trasformatosi in dramma. È in questo modo che Venere si svela e ricorda il suo lato oscuro, di come la bellezza sia sempre connessa alla sua fine, un contraltare, che non fa’ che sottolineare indissolubile relazione tra Venere e la brevità del fulgore. Non sembra dunque un caso che prima stella del mattino, il pianeta Venere appunto, venga chiamata anche Lucifero, il portatore di luce, l’angelo più bello, che a causa della sua sfrontatezza è stato relegato all’inferno.   
Allo stesso modo i disegni rimarcano il senso di decadenza direttamente connesso alla bellezza, alla sua brevità. Effimera è l’immagine che lo specchio ha creato sul cartone, un’impronta della sua presenza che affiora come un bassorilievo dalla carta nera che sembra direttamente discendere dall’immagine filmica del video: basterebbe sfiorare la superficie dell’opera per corrompere la sua integrità, cancellando l’immagine.
         
Ma lo specchio si offre come una più profonda occasione di guardare dentro a noi stessi, poiché riflettere la propria immagine si traduce in una riscoperta del proprio esserci, della propria esistenza. Come in una foto ingiallita, in un riflesso sfocato è impossibile infatti non vedere la propria immagine nei Disegni, una serie di frottages di specchi dalle diverse fogge.
Gli specchi sottoposti alla gestualità ripetuta ed intensa dell’artista subiscono come una lenta erosione, distruggendosi nel momento stesso in cui vengono trasferiti sul cartoncino. La risultanza è la traduzione di un oggetto attraverso un intervento dell’artista dalle sfumature performative, che dona alla carta una nuova forza espressiva: la caratteristica riflessione che contraddistingue lo specchio viene trasmessa anche alla sua copia, rendendola autonoma.
Grazie a queste opere ci si trova davanti alla propria immagine sfocata, ma frutto di un intimo incontro tra un oggetto dalle mutevoli sfaccettature e la propria presenza. In questo momento di riconoscimento si ha la certezza di non potersi liberare dalla categoria dell’essere che ci costringe allo stesso modo ad affacciarci alla società e lasciare che la nostra immagine venga mistificata, gradita o giudicata. Allo specchio si ha infatti l’esperienza di un io che guarda e di un me guardato che risulta diverso dal me atteso: in questo istante di fragilità riflettiamo sul nostro essere in maniera inattesa.

Serena Trinchero






Raffaele Di Vaia, 1969 Torino, vive a Firenze, lavora a Prato
Le opere di Raffaele Di Vaia sfuggono ad una visione univoca e diretta; le sue stampe fotografiche sono appena percepibili sulla trasparenza dei supporti in vetro e plexiglas, mentre le immagini dei video vengono assorbite nell’oscurità dominante dei toni del nero, come visioni transitorie e labili che provengono dall'inconscio e dal sogno. Il suo lavoro si sviluppa nel tentativo di spostare l’attenzione sulla fonte del pensiero e sulle sue complesse dinamiche: dai momenti di astrazione intellettiva, agli stati in cui le pulsioni del corpo ne offuscano la lucidità, in un magma oscuro di visioni e ricordi. Tra le sue mostre più recenti si ricordano, nel 2011, The Summer Issue, a cura di Lucia Giardino, F_AIR Florence, Firenze e La fuga non è la risposta, a cura di Chiara Galbusera e Serena Trinchero, PRIVATE FLAT #7, Firenze. Attualmente in mostra a Firenze, presso C2 Contemporanea, Senza, a cura di Giuliano Serafini.
studiomdt.altervista.org


La Bottega instabile, via Riato 13b, Bologna
L’associazione Bottega Instabile, nata a settembre del 2012, si propone attraverso multiple attività di svolgere un ruolo di utilità sociale, per animare e valorizzare la scena culturale cittadina. I suoi spazi sono la sede per eventi espositivi, laboratori creativi, ma soprattutto luogo d’incontro. Uno spazio aperto e propositivo volto alla riscoperta delle pratiche manuali e al ridare spolvero alla nozione di bottega.
 

mercoledì 23 gennaio 2013


                                     Tappa di Art City white night| Arte Fiera
                                             La Bottega Instabile ospita:
 
   Effimera presenza | Raffaele DI Vaia  opening | 25.01.2013
     a cura | Serena Trinchero  

Come in una foto ingiallita, in un riflesso sfocato è impossibile non vedere la propria
immagine  nei Disegni di Raffaele Di Vaia, una serie di frottages di specchi.
Gli specchi sottoposti alla gestualità ripetuta ed intensa dell’artista subiscono come una
lenta erosione, distruggendosi nel momento stesso in cui vengono trasferiti sul
cartoncino. La risultanza è la traduzione di un oggetto attraverso un intervento dell’artista
dalle sfumature performative, che dona alla carta una nuova forza espressiva: la
caratteristica riflessione che contraddistingue lo specchio viene trasmessa anche alla sua
copia, rendendola autonoma.
Grazie a queste opere ci si trova davanti alla propria immagine sfocata, ma frutto di un
intimo incontro tra un oggetto dalle mutevoli sfaccettature e la propria presenza. In
questo momento di riconoscimento si ha la certezza di non potersi liberare dalla
categoria dell’essere che ci costringe allo stesso modo ad affacciarci alla società e
lasciare che la nostra immagine venga mistificata, gradita o giudicata. Allo specchio si ha
infatti l’esperienza di un io che guarda e di un me guardato che risulta diverso dal me
atteso: in questo istante di fragilità riflettiamo sul nostro essere in maniera inattesa. 

la mostra sarà visibile anche il sabato 26 dalle 12,00 alle 24,00

 


Disegno, 2011 frottage, grafite su carta Canson 

Contatti: 
raffaeledivaia@gmail.com
www.raffaeledivaia.com
www.studiomdt.wordpress.com
www.studiomdt.altervista.org

http://labottegainstabile.blogspot.com 
info: labottegainstabile@gmail.com 




giovedì 10 gennaio 2013

La bottega Instabile presenta:   
SABATO 19 GENNAIO ORE 20:30

GALLERIA DELLE ARMI |Salvio Esposito


ll romanzo si dipana intorno a una vicenda  che la storia ha voluto deliberatamente dimenticare: la tragedia ferroviaria di Balvano. E' raccontato in prima persona dal protagonista, Pino, un medico che, negli anni settanta, alla soglia del suo settantesimo decennio di vita, ripercorre nel ricordo la vicenda, nel tentativo di ricercare così una spiegazione anche al suo personale dramma esistenziale. E' in buona parte ambientato nella Napoli del dopoguerra ("dominazione" americana, miseria, degrado sociale e culturale ecc.).

Importante è inoltre la struttura editoriale e il discorso a questa sotteso: il libro è pubblicato da Marotta e Cafiero,  casa editrice che porta il suo impegno culturale e di denuncia sociale esattamente a Scampia.  Come tutti i volumi della casa editrice è stampato su carta riciclata e con inchiostro senza piombo; è certificato "pizzo free"; è coperto da licenza creative commons (non SIAE) che consente a chiunque di scaricarlo gratuitamente dalla rete o fotocopiarlo o di  metterlo in scena senza incorrere in alcun reato; è prodotto dal basso , secondo un  meccanismo attraverso il quale , da una piattaforma WEB (www. produzioni dal basso.com), i potenziali lettori (non il mercato), ne decretano la pubblicabilità, acqistandone preventivamente una copia, divenendo così automaticamente co-produttori dell'opera.

La Marotta & Cafiero è una casa editrice napoletana Indipendente - Open Access che si occupa di narrativa sociale con particolare riferimento alla città di Napoli. È gestita totalmente da giovani ventenni di Scampia.
La Marotta & Cafiero non vuol essere solo una società capitalista che usa come fonte di guadagno la letteratura, ma un’impresa culturale, politica, che si occupa dei problemi del suo tempo, che utilizza la carta stampata come strumento di cambiamento delle coscienze e della società. Crediamo nel potere dei libri, nelle parole capaci di resistere ai soprusi, di distruggere l’oppressione delle mafie, di spezzare le catene dell’economia imperialista che mercifica oggetti, uomini e idee.Per questa ragione la Marotta & Cafiero ha deciso di pubblicare libri con licenza Creative Commons, una licenza che libera i libri dalla gabbia del copyright. Per questa ragione ha deciso di pubblicare libri su carta riciclata, salvaguardando così le foreste e riducendo le emissioni di CO2. La Marotta & Cafiero ha origine dalla famosa casa editrice napoletana “Alberto Marotta Editore”, che negli anni ’60 balzo agli onori della cronaca editoriale con pubblicazioni di altissimo livello, tra cui “Isabelle” del premio Nobel della letteratura Andrè Gide. Negli anni ’80 le redini editoriali, passano da Alberto Marotta a suo figlio Tommaso Marotta, che guiderà l’impresa familiare sotto il nome di “Tommaso Marotta Editore” fino al 2000, anno in cui entra in società Anna Cafiero, il cui cognome dà la dicitura all’attuale Marotta & Cafiero editori. Dal 2000 al 2004 la Marotta & Cafiero si occupa di autori esordienti, nel 2005 la casa editrice definisce un nuovo progetto editoriale di alto livello. Negli ultimi 5 anni la Marotta & Cafiero pubblica autori del calibro di Ernesto Cardenal, Rafael Reig e Vittorio Paliotti. Nel 2010, dopo 50 anni sotto la guida della famiglia Marotta, l’impresa viene rilevata da Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo, dell’associazione Vo.di.Sca. (Voci di Scampia) che trasportano la storica sede di Posillipo nel quartiere di Scampia.

links

lunedì 7 gennaio 2013



ART WHITE NIGHT  
Sabato 
26 Gennaio.
La notte cambia colore…. Bologna si illumina e l’arte contemporanea invade il suo centro storico per la notte bianca di Arte Fiera. Apertura straordinaria delle installazioni di Bologna Art First, dei musei, del palazzi storici, delle gallerie d’arte e dei negozi, di mostre, iniziative ed eventi.
Mostre, film, festival di arti, performance d’artista, eventi, organizzati a Bologna e in Emilia-Romagna in concomitanza con Arte Fiera Art First.


Per saperne di più vai al link : www.artefiera.bolognafiere.it

La Bottega Instabile in occasione di Art City White night è lieta di ospitare  Effimera Presenza di Raffaele Di Vaia 
a cura di Serena Trinchero.

opening: Venerdì 25 Gennaio h: 19,00
 

 
Contatti: 
raffaeledivaia@gmail.com
www.raffaeledivaia.com
www.studiomdt.wordpress.com
www.studiomdt.altervista.org

http://labottegainstabile.blogspot.com 
info: labottegainstabile@gmail.com


domenica 6 gennaio 2013


Via Rialto, tra tradizione e innovazione a Bologna

Per conoscere l’anima di una città non possiamo fermarci a guardarne solo i monumenti e le vie principali del centro, piene di negozi di catene internazionali. Dobbiamo andare oltre e sbirciare nelle strade che sono fuori dai soliti percorsi e, proprio per questo, sono più vere e più interessanti. Ecco perché vi portiamo a fare un giro in via Rialto.......

Via Rialto è una comune strada di Bologna che si trova nella parte sud-est del centro, incastonata tra due vie storiche molto importanti (via Castiglione e via Santo Stefano). Deve il suo nome all’omonimo ponte che passava sopra al fiume Savena (sì proprio come quello di Venessia). Apparentemente è una via come tante. In realtà la sua posizione di prestigio e la sua lontananza dalle zone più movimentate vicino all’università, la rendono un piccolo corso con un alto tasso di bolognesità. Un luogo dove attività con tradizioni decennali si alternano ad altre nuove e innovative.....

 ......All’angolo con via Castellata troviamo la Bottega Instabile. Un gruppo di ragazzi ha formato un’associazione e aperto uno spazio dove ciascuno può dare sfogo alle proprie passioni artistiche-culturali. Ospita infatti continuamente eventi, corsi e laboratori creativi. Ma da pomeriggio inoltrato in avanti, potete fermavi qua anche solo per fare due chiacchiere e rilassarvi un po’. Con la possibilità di bere qualche bicchiere di vino in compagnia.

PER APPROFONDIMENTI CLICCATE IL LINK
 http://www.nuok.it/bulagna/via-rialto-tra-tradizione-e-innovazione-a-bologna/