mercoledì 13 marzo 2013

                                                                                                       La Bottega Instabile ospita
                                                     UN ALTRO PAIO DI MANICHE | Alice Lotti e Laura Fanelli

Opening mercoledì 27 Marzo 2013 ore | 19,00
La mostra sarà visibile tutti i giorni dal 27 Marzo al 17 di Aprile 






In occasione della fiera di Bologna Children's Book Fair la bottega è lieta di ospitare "Un altro paio di maniche" di Alice Lotti e Laura Fanelli .
La mostra raccoglie i lavori delle due autrici nel loro percorso all'interno del mondo dell'illustrazione.
Un lavoro descritto a quattro mani sul linguaggio e sulla figura dell'illustratore come interprete e creatore di nuovi significati.








  
Alice Lotti è nata ad Alba nel 1985, laureata all’ISIA di Urbino, attualmente vive a Torino, lavora in una agenzia creativa come grafica e illustratrice, ama gli animali, a volte in modo ossessivo.


Laura Fanelli è nata a Termoli nel 1987, ha studiato grafica e illustrazione all'ISIA di Urbino e alla Saint Luc di Bruxelles.
Vive a Toulouse e collabora con diverse case editrici, riviste e studi grafici come grafica e illustratrice freelance. Ha pubblicato 2 libri illustrati. Adora fare gite.


Contatti:
www.alicelotti.com
www.laurafanelli.com

labottegainstabile@gmail.com
labottegainstabile.blogspot.it
Tel: +39 051 8493682 - dalle 19.00 alle 24.00





La Bottega Instabile Vi invita:
D' ESTATE, UNA SERA... | Luigi Arcangeli
omaggio a Marguerite Duras  a cura  |   Andrea Gibellini
 
la mostra sarà visibile fino al 24 di marzo | h: 18.00 > 24.00 









  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 testo critico | Andrea Gibellini
 
Raccontare le emozioni che possono provenire da un volto, da un gesto, sollecitando
così l'obiettivo fotografico è impresa difficile, ancora più difficile, ci  sembra il
momento dell'amore fino all'estrema, individuale, solitudine.
Il racconto della Duras -minuzioso nei dettagli, descrittivo degli stati d'animo dei due
protagonisti, con una sua cadenza teatrale, da messinscena di un incontro e di un
dolore per tanti motivi comune ad una esperienza vissuta da molti- è la matrice
lontana di un problema che Luigi Arcangeli sentiva di poter sviluppare attraverso lo
strumento artistico della fotografia.  
La Duras coglie alcuni frammenti di un mondo invisibile nella visibile sofferenza di un
abbandono e nel destino sconosciuto dell'amore, individuandolo come per intime
sequenze. E Luigi Arcangeli ha approffitato della sensibilità della scrittrice per
convertire questa volta in immagini fotografiche, le vibrazioni più oscure, talvolta
impercettibili che muovono i nostri sentimenti verso l'agire delle cose. Queste oscure
vibrazioni sono luoghi profondi, perfettamente istintivi, individuali, dove la nostra
umanità acquista pienezza, una propria sicura ed assoluta (perchè solo a noi
appartiene) fecondità. Ed il testo della scrittrice concilia questi punti di buio
fermentante con degli sprazzi di luce, con dei momenti che hanno il sapore intenso
della felicità.  
 LuigiArcangeli ha lavorato seguendo Occhi blu capelli neri  della Duras su questi
punti fermi di luce, che sono valori non solo emozionali ma di conoscenza di una
realtà interiore più ampia. La Duras, pertanto, è una guida verso le notti sconfinate
della solitudine; di una solitudine complessa non dovuta all'abbandono di qualcuno in
particolare, ma di una sofferta solitudine di coppia, psicologica, dove regna sovrana
l'incomunicabilità. Luigi Arcangeli, allora, ha focalizzato l'obiettivo nel regno muto
delle cose, in cui le parole perdono una loro potenziale efficacia, e solo i gesti e gli
sguardi riassumono la profondità di un'emozione. E la scrittura rastremata della
Duras con i suoi intermittenti silenzi diventa una musica lenta, una nota nitida nel
mondo dell'incomprensione. Gli stessi brevi segmenti narrativi della scrittrice
francese, fissano un'inquadratura, l'assolutezza di una situazione, l'incontrovertibilità  
di un momento, formano lo specchio di una scena: ecco che i pannelli diLuigi  
Arcangeli possono anche essere osservati come l'inizio, lo sviluppo, e la fine di una
vicenda - ed è stato bravo a mantenere l'unicità dell' inquadratura fotografica
all'interno di una  relazione più narrativa.  
   
L'estate dove una finestra illumina il chiuso di una stanza, una ragazza dagli occhi
belli quanto intensi e un ragazzo avvolto innocente fra le lenzuola bianche stese a
vela sul pavimento, vivono l'esperienza  di un incontro che per loro potrà essere
fatale, nel bene come nel male:  purtroppo, scrive la Duras, il male più del bene «Lo
si sa per sé soli».                     
 
                                                                                                              Andrea Gibellini