venerdì 29 agosto 2014
mercoledì 21 maggio 2014
La bottega instabile in coincidenza con la festa di strada RIVIVO RIALTO ospita
COLORI ALL'OLIO
GREGORIO PAONE
Gregorio ama la fotografia, questa passione lo spinge in giro per il mondo alla ricerca di particolari identità metropolitane.
Con la stessa passione, a Maida, lavora per l’azienda agricola della famiglia che si occupa della produzione di olio extravergine di oliva, alla quale dedica tempo, amore e rispetto, in linea con le più consapevoli metodologie agricole ed imprenditoriali.
La Bottega oltre ad essere il nostro laboratorio artigianale, è un luogo “ domestico “ polifunzionale di condivisione di idee, esperienze e progetti, al fine di promuovere forme d’arte e di sostenibilità indipendenti. Nel nostro piccolo spazio ospiteremo una selezione del lavoro fotografico di Gregorio, la cui personalità è caratterizzata dall’integrazione di momenti di vita metropolitana a momenti di vita quotidiana rurale.
Il giorno dell’inaugurazione abbineremo alle sue fotografie la degustazione dell’olio da lui prodotto.
bio: Gregorio Paone è nato a Maida, un piccolo paese situato nel centro della Calabria.
A Bologna si laurea prima in Economia e Marketing, e poi in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale.
Durante gli anni universitari inizia a prendersi cura dell'azienda agricola di famiglia impegnata nella produzione di olio extravergine d'oliva, e negli stessi anni inizia a coltivare la passione per la fotografia come mezzo per documentare le realtà la sua realtà quotidiana.
https://www.flickr.com/
martedì 13 maggio 2014
GIOVEDI 15 MAGGIO ALLE ORE 19:30 | La bottega instabile vi invita al 2°appuntamento
“ il ventre dell’Artigiano”
Filo conduttore di questo ciclo di incontri è la condivisione del nostro spazio, la produzione artigianale, il pièce unique, il design ma anche il cibo e la convivialità.
Lo scopo di tutto ciò è quello di unire vari aspetti creativi e sociali per creare nuove connessioni e ralazioni.
Elena Brasa, e Happy Coridon saranno le protagoniste di questo partecipato giovedì di Maggio con i loro lavori, ma soprattutto con la loro personale cucina.
Happy Coridon: "hanno tentato d'insegnarmi a fare noiosissimi centrini a crochet, ma non riuscivo a stare negli schemi, in tutti i sensi. Con l'uncinetto ho creato un mondo tutto mio. I miei lavori si ispirano alla natura, alle favole, al cibo e, soprattutto, al mondo dei bambini. Per chi pensa che diventare adulti sia noioso."
http:// happycoridon.blogspot.it/
Elena Brasa: studia progettazione della moda, indirizzo oreficeria c/o la facoltà di architettura a Firenze, e nel 2007 acquisisce il titolo di “tecnico di progetto di accessorio e oreficeria” .
“ Le mie capacità riguardano la progettazione di gioielli in argento e ottone, che vengono poi creati in base a precise scelte stilistiche e tecniche, e assemblati talvolta a materiali semilavorati, pelli e tessuti.
Elena vive e lavora a Bologna
http://www.elenabrasa.com/ Elena_Brasa/Home.html
“ il ventre dell’Artigiano”
Filo conduttore di questo ciclo di incontri è la condivisione del nostro spazio, la produzione artigianale, il pièce unique, il design ma anche il cibo e la convivialità.
Lo scopo di tutto ciò è quello di unire vari aspetti creativi e sociali per creare nuove connessioni e ralazioni.
Elena Brasa, e Happy Coridon saranno le protagoniste di questo partecipato giovedì di Maggio con i loro lavori, ma soprattutto con la loro personale cucina.
Happy Coridon: "hanno tentato d'insegnarmi a fare noiosissimi centrini a crochet, ma non riuscivo a stare negli schemi, in tutti i sensi. Con l'uncinetto ho creato un mondo tutto mio. I miei lavori si ispirano alla natura, alle favole, al cibo e, soprattutto, al mondo dei bambini. Per chi pensa che diventare adulti sia noioso."
http://
Elena Brasa: studia progettazione della moda, indirizzo oreficeria c/o la facoltà di architettura a Firenze, e nel 2007 acquisisce il titolo di “tecnico di progetto di accessorio e oreficeria” .
“ Le mie capacità riguardano la progettazione di gioielli in argento e ottone, che vengono poi creati in base a precise scelte stilistiche e tecniche, e assemblati talvolta a materiali semilavorati, pelli e tessuti.
Elena vive e lavora a Bologna
http://www.elenabrasa.com/
martedì 21 gennaio 2014
La bottega instabile in collaborazione con il Kutir, è lieta di ospitare
Vicine DiStanze
di Rachel Morellet
a cura di Pierluca Nardoni.
OPENING sabato 25 Gennaio | h: 18.00 > 24.00
Domenica 26 Gennaio | h: 15.00 > 20.00
Se volessimo assegnare un’etichetta al lavoro di Rachel Morellet (1975), potremmo in prima battuta richiamarci al termine fin troppo diffuso di “concettuale”, magari con l’aggiunta del prefisso “post”, per intendere la rilettura, avvenuta una ventina di anni fa, di quella tipica congiuntura sessantottesca. Basterà gettare uno sguardo alle opere in mostra per scorgere l’uso esclusivo della fotografia e del video, due tra gli strumenti privilegiati per ridurre l’ingombro fisico dell’oggetto artistico e fornire di un involucro adeguato le idee più ingegnose. Va registrato, tuttavia, uno scarto sensibile tra le operazioni della Morellet e i risultati raggiunti dagli autori del cosiddetto post-concettualismo degli anni Novanta: mentre questi ultimi restavano fedeli a un certo disinteresse nei confronti della resa formale dell’opera (si pensi ai lavori della Scuola di Piombino), l’artista francese reintroduce le giuste dosi di seduzione estetica, bilanciando sapientemente un misurato lirismo e una calibrata ironia. D’altronde, già la sede scelta per Vicine DiStanze è un contenitore tutt’altro che asettico. Si tratta di una bottega di artigianato arredata come un piccolo appartamento domestico e accogliente, ricavata da un antico laboratorio tessile. Appena entrati in questo “luogo d’affezione”, ci imbattiamo in Happy hours, un trittico di fotografie di grandi dimensioni che evoca subito la memoria delle pale d’altare medievali. Il soggetto ritratto parrebbe perciò provocatorio, trattandosi, a prima vista, di una danza di ovuli e spermatozoi, ma risulta addirittura irriverente quando ci accorgiamo di avere di fronte null’altro che cipolline e capperi in salamoia. Siamo allora a una sacralizzazione del banale, ottenuta grazie a un’immagine suadente degna degli spot pubblicitari più persuasivi, capace di innescare un divertente corto circuito di significati (anche tenendo conto del gioco di parole del titolo). Pochi passi più in là, all’interno di una vecchia credenza, potremo sbirciare un video quasi di nascosto, attraverso un foro praticato nel legno. Il tema del voyeurismo è ben testimoniato nell’arte dell’ultimo secolo (si veda il celebre Étant donnés… di Marcel Duchamp) e nel caso in esame i primi secondi di Venere e Amore confermano l’atmosfera da peep show, lasciando intravedere il corpo nudo di una donna. Le scene scorrono interrotte da frequenti pause, ma ben presto ci avvediamo che il tema non è così scabroso, perché il corpo femminile è oggetto delle attenzioni di un neonato impegnato nel tentativo ingenuo e giocoso di ripercorrere la sua porta d’accesso al mondo. Anche in quest’occasione, l’arte della Morellet si dimostra sottilmente ambigua, in bilico tra la mera ricognizione del dato reale e un’impaginazione accurata, in grado di mescolare il sapore amatoriale del filmato di famiglia con la ricercatezza di quelle brusche interruzioni che donano alle immagini un impatto quasi subliminale. Il percorso espositivo continua fuori dalla bottega, imboccando una stradina poco distante; sulla soglia di un’abitazione privata, sede di un corso di Yoga, seguiremo la proiezione dei momenti salienti di Wedding performance. Si tratta, come recita il titolo, di un’azione performativa, opportunamente documentata da un video, come le analoghe esperienze degli anni Sessanta e Settanta. Ma la differenza rispetto a quelle azioni pionieristiche è tangibile: mentre le imprese neoavanguardiste erano volte a presentare dei comportamenti spesso reiterati e ossessivi, alla ricerca di rapporti autentici con il proprio corpo e con le circostanze spazio-temporali, qui si assiste a una performance più artificiosa, diciamo “alterata”, il cui video è persino sottoposto a un minuzioso lavoro di montaggio; il tutto perfettamente in linea con i nostri tempi fittamente tramati di realtà e virtualità. La Morellet, infatti, mette in scena un finto matrimonio e progetta per i due sposini degli abiti in Aplix®, un materiale del tutto simile al Velcro®. Le conseguenze sono rocambolesche: i due performer sperimentano l’appiccicosa tenacia dei loro indumenti, trasformando il rituale taglio della torta in una zuffa comica degna di Stanlio e Ollio. Wedding performance si presenta dunque come una valida sintesi delle peculiarità della Morellet, sempre in grado di conferire al suo concettualismo la giusta dose di fisicità e di ironia e di presentare le sue trovate dietro il velo affascinante di un’“autentica finzione”.
Pierluca Nardoni
Contatti:
http:// www.rachelmorellet.com/
http:// labottegainstabile.blogspot .it/
Info:
labottegainstabile@gmail.c om
info@kutir.it
Tel: 051 8493682
+39 3406652287
Vicine DiStanze
di Rachel Morellet
a cura di Pierluca Nardoni.
OPENING sabato 25 Gennaio | h: 18.00 > 24.00
Domenica 26 Gennaio | h: 15.00 > 20.00
Se volessimo assegnare un’etichetta al lavoro di Rachel Morellet (1975), potremmo in prima battuta richiamarci al termine fin troppo diffuso di “concettuale”, magari con l’aggiunta del prefisso “post”, per intendere la rilettura, avvenuta una ventina di anni fa, di quella tipica congiuntura sessantottesca. Basterà gettare uno sguardo alle opere in mostra per scorgere l’uso esclusivo della fotografia e del video, due tra gli strumenti privilegiati per ridurre l’ingombro fisico dell’oggetto artistico e fornire di un involucro adeguato le idee più ingegnose. Va registrato, tuttavia, uno scarto sensibile tra le operazioni della Morellet e i risultati raggiunti dagli autori del cosiddetto post-concettualismo degli anni Novanta: mentre questi ultimi restavano fedeli a un certo disinteresse nei confronti della resa formale dell’opera (si pensi ai lavori della Scuola di Piombino), l’artista francese reintroduce le giuste dosi di seduzione estetica, bilanciando sapientemente un misurato lirismo e una calibrata ironia. D’altronde, già la sede scelta per Vicine DiStanze è un contenitore tutt’altro che asettico. Si tratta di una bottega di artigianato arredata come un piccolo appartamento domestico e accogliente, ricavata da un antico laboratorio tessile. Appena entrati in questo “luogo d’affezione”, ci imbattiamo in Happy hours, un trittico di fotografie di grandi dimensioni che evoca subito la memoria delle pale d’altare medievali. Il soggetto ritratto parrebbe perciò provocatorio, trattandosi, a prima vista, di una danza di ovuli e spermatozoi, ma risulta addirittura irriverente quando ci accorgiamo di avere di fronte null’altro che cipolline e capperi in salamoia. Siamo allora a una sacralizzazione del banale, ottenuta grazie a un’immagine suadente degna degli spot pubblicitari più persuasivi, capace di innescare un divertente corto circuito di significati (anche tenendo conto del gioco di parole del titolo). Pochi passi più in là, all’interno di una vecchia credenza, potremo sbirciare un video quasi di nascosto, attraverso un foro praticato nel legno. Il tema del voyeurismo è ben testimoniato nell’arte dell’ultimo secolo (si veda il celebre Étant donnés… di Marcel Duchamp) e nel caso in esame i primi secondi di Venere e Amore confermano l’atmosfera da peep show, lasciando intravedere il corpo nudo di una donna. Le scene scorrono interrotte da frequenti pause, ma ben presto ci avvediamo che il tema non è così scabroso, perché il corpo femminile è oggetto delle attenzioni di un neonato impegnato nel tentativo ingenuo e giocoso di ripercorrere la sua porta d’accesso al mondo. Anche in quest’occasione, l’arte della Morellet si dimostra sottilmente ambigua, in bilico tra la mera ricognizione del dato reale e un’impaginazione accurata, in grado di mescolare il sapore amatoriale del filmato di famiglia con la ricercatezza di quelle brusche interruzioni che donano alle immagini un impatto quasi subliminale. Il percorso espositivo continua fuori dalla bottega, imboccando una stradina poco distante; sulla soglia di un’abitazione privata, sede di un corso di Yoga, seguiremo la proiezione dei momenti salienti di Wedding performance. Si tratta, come recita il titolo, di un’azione performativa, opportunamente documentata da un video, come le analoghe esperienze degli anni Sessanta e Settanta. Ma la differenza rispetto a quelle azioni pionieristiche è tangibile: mentre le imprese neoavanguardiste erano volte a presentare dei comportamenti spesso reiterati e ossessivi, alla ricerca di rapporti autentici con il proprio corpo e con le circostanze spazio-temporali, qui si assiste a una performance più artificiosa, diciamo “alterata”, il cui video è persino sottoposto a un minuzioso lavoro di montaggio; il tutto perfettamente in linea con i nostri tempi fittamente tramati di realtà e virtualità. La Morellet, infatti, mette in scena un finto matrimonio e progetta per i due sposini degli abiti in Aplix®, un materiale del tutto simile al Velcro®. Le conseguenze sono rocambolesche: i due performer sperimentano l’appiccicosa tenacia dei loro indumenti, trasformando il rituale taglio della torta in una zuffa comica degna di Stanlio e Ollio. Wedding performance si presenta dunque come una valida sintesi delle peculiarità della Morellet, sempre in grado di conferire al suo concettualismo la giusta dose di fisicità e di ironia e di presentare le sue trovate dietro il velo affascinante di un’“autentica finzione”.
Pierluca Nardoni
Contatti:
http://
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Info:
labottegainstabile@gmail.c
info@kutir.it
Tel: 051 8493682
+39 3406652287
venerdì 20 dicembre 2013
Sabato 21 dicembre|h:20:00
LA BOTTEGA INSTABILE ospita
FERN BLOSSOM | LA FUGA NECESSITA DI ABITI COMODI
installazione performativa
eva geatti performer
edoardo marraffa sax
raffaella ploia matite e pennarelli
giovanni brunetto lampade
valentina cencetti abiti comodi
info:
http:// www.fernblossom.org/ #!project/cosm
LA BOTTEGA INSTABILE ospita
FERN BLOSSOM | LA FUGA NECESSITA DI ABITI COMODI
installazione performativa
eva geatti performer
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