Periferie dello Sguardo di Cristina Musiani
venerdì 26 ottobre dalle 19:30 alle 1:00
La bottega instabile ospita la mostra fotografica di Cristina Musiani
via Rialto 13b Bologna
via Rialto 13b Bologna
Comunicato stampa
Le periferie dello sguardo sono punti nello spazio dove l'occhio scappa
quando viene attirato da qualcosa che concentri su di sè una particolare
attenzione: particolari nascosti o trascurati, che attirano gli occhi
senza far spostare la testa, una rivoluzione dello sguardo.
Una speciale predisposizione verso il particolare nell'universale, luoghi che provocano un'agitazione interiore e suscitano bellezza.
Una sorta di brusio di fondo, un suono non distinguibile, una risonanza che echeggia nello spazio.
Voglio ascoltare il brusio senza guardare, solo così vedo. Uno sguardo fisso, sfuocato. Rumore di fondo. Un senso incerto.
Nella fotografia notturna trovo molto più spesso quel qualcosa che distrae l'attenzione dalla visione d'insieme e che invita l'occhio ad altre visioni, ad altri incontri. Le ombre prodotte dalle luci artificiali inducono ad immaginare quello che non si vede, ciò che è nascosto.
Si instaura un rapporto con la realtà che è come un discorso senza fine, dove tutto è sempre diverso da tutto.
"Che delizia mangiare nell'oscurità, è impossibile vedere la forma del cibo, ma esso abbonda già di così tanto sapore...Penso che troppa luce sarebbe indecente."
Tatsumi Hijikata, "La danseuse maladive" in "Hijikata Tatsumi Zenshu"
Una speciale predisposizione verso il particolare nell'universale, luoghi che provocano un'agitazione interiore e suscitano bellezza.
Una sorta di brusio di fondo, un suono non distinguibile, una risonanza che echeggia nello spazio.
Voglio ascoltare il brusio senza guardare, solo così vedo. Uno sguardo fisso, sfuocato. Rumore di fondo. Un senso incerto.
Nella fotografia notturna trovo molto più spesso quel qualcosa che distrae l'attenzione dalla visione d'insieme e che invita l'occhio ad altre visioni, ad altri incontri. Le ombre prodotte dalle luci artificiali inducono ad immaginare quello che non si vede, ciò che è nascosto.
Si instaura un rapporto con la realtà che è come un discorso senza fine, dove tutto è sempre diverso da tutto.
"Che delizia mangiare nell'oscurità, è impossibile vedere la forma del cibo, ma esso abbonda già di così tanto sapore...Penso che troppa luce sarebbe indecente."
Tatsumi Hijikata, "La danseuse maladive" in "Hijikata Tatsumi Zenshu"
Info:
labottegainstabile@gmail.com
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